Dicono di me

Articolo 1Questo articolo è stato pubblicato su “Il Corriere Artigiano del Lodigiano” nell’edizione mensile del Maggio 2007 da Giampiero Brunelli:

 

 

Nella quiete della Bassa Lodigiana giovani talenti artigiani crescono, mantenendo alta la tradizione di secolari e preziose maestrie. E’ il caso di Marco Pedrini, liutaio di Castelnuovo Bocca d’Adda che a soli 23 anni ha già aperto una bottega tutta sua per la creazione di violini, viole, violoncelli e contrabbassi; strumenti pregevoli che delizieranno di soavi note musicofili dal palato fine in chissà quanti concerti in giro per il Mondo. Arte magica quella del liutaio, che è un po’ musicista ma anche un po’ scultore, perché gli strumenti che usciranno dalle sue mani dovranno liberare musica sopraffina ma anche essere oggetti di armoniosa bellezza. Una predisposizione naturale a cui Marco non ha potuto sottrarsi, poichè fin da piccolo, gli piaceva la musica ma anche lavorare il legno. “Il M. Bissolotti dice che il ruolo del liutaio è quello di trasformare la musica che c’è già in natura nel legno, per metterla a disposizione del musicista” afferma . La formazione di Pedrini avviene nella città della liuteria nel mondo conosciuta, cioè Cremona, là dove sono scolpiti nella storia di questa pregevole arte, nomi come Stradivari, Guarneri ed Amati. Nella città del Torrazzo, Marco frequenta prima l’Istituto I.P.I.A.L.L. Stradivari …    … finito il tirocinio viene assunto a bottega con un contratto a tempo determinato e vi rimane fino alla fine del 2006. Dalle parole del giovane liutaio cerchiamo di capire cosa stà dietro il magico mistero che ammanta, agli occhi del profano, la creazione di uno strumento e scopriamo quanta perizia e sensibilità occorra per arrivare ad ottenere da alcune tavolette di legno, un sofisticato strumento. In primo luogo, determinante è la scelta del legno che deve essere stagionato bene …    … ci si confronta con le varie esigenze e quindi si affina meglio la propria maestria. “Nell’ambiente dei litai non ci sono rivalità o segreti; la maggior parte delle botteghe è ben disposta ad insegnare i segreti del mestiere a chi ha voglia di imparare”. Il giovane liutaio è già ben introdotto nel settore, partecipando a fiere espositive e concorsi di prestigio internazionale tra cui la Fiera di Mondomusica a Cremona e il concorso triennale internazionale degli strumenti ad arco di Cremona. Quali obiettivi professionali vuoi raggiungere ? ” La nostra è una professione dove nessuno si deve mai sentire arrivato, è bene mettersi sempre in discussione ed avere continua la voglia di imparare. La soddisfazione grande è comunque essere consapevoli che se realizzi un buono strumento questo rimarrà nel tempo e continuerà a suonare ben oltre la vita di chi l’ha costruito.”

Articolo 2Questa fotografia è stata scattata sotto il colonnato del Duomo di Cremona e pubblicata sul libro “Città d’Arte della Pianura Padana” del 2006. Ritrae Marco Pedrini che monta in sella alla bici assorto nei suoi pensieri. La dicitura riporta:

 

 

Silenzi, tempi lunghi e atmosfere rarefatte, fanno della città il luogo ideale per godere la bellezza della musica e quella dell’arte espressa nei capolavori dell’architettura medievale.

 

Articolo 3Questo articolo è stato pubblicato su “Il Cittadino” il 12 gennaio del 2011. L’intervistatore Aldo Caserini riporta:

-Il legno “vivo” del liutaio Marco Pedrini, un’arte antica per un artigiano moderno-  Marco Pedrini è un liutaio raffinato. Un esteta dice qualcuno di Confartigianato Imprese che lo conosce bene. Viola, violino, violoncello e contrabbasso sono forme di strumenti musicali che lo hanno da sempre incantato, da quando musica e legno erano in cima a i suoi interessi di bambino. Tanto più oggi da adulto, che nel metterci mano – resa esperta dalla frequentazione della bottega del Maestro Giorgio Grisales – si lascia volentieri tentare dal rendere le forme degli strumenti piacevoli all’occhio. Diciamo più belle. Ovvio, in quelle parti che non rispondono direttamente alle vibrazioni sonore. La liuteria è un’attività superba non solo perché richiede un lavoro intelligente in grado di far vibrare tecnicamente la più vasta gamma di sentimenti e di immagini attraverso la musica, ma perché nell’esteriore di certi strumenti essa risponde a quella attitudine radicata al senso estetico. In particolare il violino e gli altri strumenti ad arco che sembrano tanto conservare la loro bellezza che è quasi impossibile immaginare poter intervenire sulle proporzioni, la lunghezza del collo, lo spessore della cassa, il disegno armonioso eccetera. Non è un caso se la liuteria degli strumenti ad arco sia la sola ad aver preservato la tradizionale lavorazione manuale ed a essere sottratta alla catena di montaggio dell’industria produttrice degli <arnesi> musicali. Quando si pronuncia “liutaio” viene subito spontaneo fare i nomi  famosi di Antonio Stradivari, Giuseppe Guarneri del Gesù o degli Amati, tutti cremonesi e, probabilmente, i più grandi della storia, da giustificare il conferimento a Cremona del titolo di capitale della liuteria mondiale, superando in fama Granada e Mirecourt. Per altro verso spiega perché, dopo l’apertura nel 2007 di un laboratorio di liuteria a Castelnuovo Bocca d’Adda, il liutaio lodigiano abbia deciso un anno dopo di trasferirsi con l’attività in via Beltrami n.22, nel centro storico di Cremona. Nato a Codogno nel 1983, Pedrini ha frequentato appena quattordicenne la Scuola…    … in breve tempo una solida fama. Gli strumenti ad arco non permettono di apportare variazioni alla forma, anche perché la forma risponde ad una precisa funzione ben cristallizzata. Ma sono certe difficoltà connesse alle applicazioni che mettono in risalto di un artigiano il valore e la sensibilità. Pedrini è noto per la qualità dei suoi interventi e l’abilità nell’introdurre variazioni minime che creano la bellezza, magari astratta, degli strumenti realizzati. Le sue qualità sono però anche in altri aspetti della sua figura di liutaio: nel saper valutare le possibilità di rendimento del legno e nel determinare interventi sugli spessori, la convessità della tavola e del fondo, l’altezza delle fasce etc. Artigiano ma di specializzazione eminente: mano sicura nel disegnare i profili, intuito nel comporre le parti affinché rispondano con pienezza alle vibrazioni delle corde, conoscitore delle caratteristiche dell’acero, dell’abete rosso, ecc., delle vernici e del colore, attentissimo nella protezione del legno. E’ insomma un artigiano che realizza strumenti belli, vivi di forma, ma anche di voce.